Sono solo sei isole, ma le cose da scoprire dell’arcipelago siciliano più visitato sono moltissime. Abbiamo già raccontato una parte di quello che si può fare in un charter alle Eolie a bordo del catamarano Kaskazi Four e ora ve ne sveliamo altre.
Secondo “appuntamento” con Kaskazi Four e il suo equipaggio guidato dal comandante Francesco Rinauro. Se nell’articolo In barca a vela alle Eolie con Kaskazi Four vi abbiamo raccontato quali località non perdere per gli amanti dell’archeologia, delle immersioni e delle crociere all’insegna del benessere e del relax, ora vi proponiamo esempi di itinerari alla scoperta dei vulcani, del trekking nelle isole e dei percorsi enogastronomici locali. Tre soluzioni per un charter alle Eolie sotto l’occhio attento ed esperto di un team di professionisti che conosce profondamente questi territori e i loro abitanti, e quindi in grado di farvi scoprire “angoli” fuori dalle rotte comuni e farvi aprire porte solitamente chiuse al turismo di massa.
LA MAGIA DEI VULCANI
Le isole Eolie sono tutte di origine vulcanica ed emergono da 3000 metri sotto il mare: ciò significa che la parte emersa rappresenta solo un piccolo pezzo dell’edificio vulcanico. Navigando lungo le coste dell’arcipelago saltano subito all’occhio le numerosissime pareti a picco, che devono la propria conformazione alla stratificazione di eruzioni e alle erosioni da parte del mare. Il panorama è unico anche per i colori che si stagliano alla vista: il nero della sabbia e della roccia crea uno splendido contrasto con il turchese dell’acqua.
Uno degli spettacoli da non perdere, se si sta effettuando un charter alle Eolie, è senza dubbio assistere all’attività esplosiva dello Stromboli di sera. Le eruzioni di questo vulcano, il più attivo e importante del Tirreno, avvengono sul versante opposto a quello abitato, quindi non rappresentano un pericolo per abitanti e turisti: ammirarlo in barca è un’esperienza irrinunciabile e Francesco Rinauro saprà scegliere il luogo migliore in cui posizionarsi con il catamarano.
Da non perdere anche la canna di Filicudi (un neck o spina vulcanica, la cui parte emersa è alta 76 metri e quella immersa 40): è ciò che resta di uno dei più antichi vulcani mediterranei e, sostando nelle vicinanze, si può godere di un tramonto meraviglioso. Il comandante di Kaskazi Four vi porterà anche a visitare la vicina Grotta del Bue Marino, una delle più grandi e famose delle Eolie, dove a volte il 24 agosto si organizzano anche concerti per la Festa di San Bartolo, patrono delle Eolie, proprio per l’acustica perfetta. Vi si entra a bordo di un gommone a remi e poi si può procedere a piedi per un tunnel che pochi conoscono e che porta a un’altra grotta più piccola, dove appunto si nascondevano le foche monache per rifugiarsi dai cacciatori.
Per chi è interessato a una breve full immersion di vulcanologia, è da segnalare un altro neck, l’isolotto La Nave, a nord di Panarea: si trova in una baia ed è circondato da pareti completamente a picco. «Da lì si può ammirare tutta la parete e comprendere la conformazione del vulcano, con i camini del passato, i vari passaggi della lava e i dike, ossia quelle fratture che si riempivano di lava durante i terremoti», spiega il comandante di Kaskazi Four. «Uno spettacolo inimmaginabile e così diverso da quello di Stromboli: Panarea, infatti, insieme a Basiluzzo e a Lisca Bianca, è ciò che resta di una grande isola che è sprofondata nel mare o è stata erosa dall’acqua. Questa sua anzianità – si è spenta 40 milioni di ani fa – si coglie anche dal colore della roccia, che è rosa perché si è ossidata, differenza dallo Stromboli che è nero perché ancora attivo e molto più “giovane”; basti pensare che Strombolicchio, uno dei tre edifici vulcanici principali dello Stromboli, si è spento 100mila anni fa”.
IL PARADISO DEL TREKKING
Non solo mare per chi vuole intraprendere un charter alle Eolie: l’arcipelago, infatti, è meta prediletta anche per gli amanti del trekking. Tra tutte, sono bellissime per camminare Stromboli con la salita al vulcano, Panarea con le sue passeggiate, Alicudi con la salita alla montagna e Salina con il percorso che conduce alla Fossa delle Felci, un cratere alto poco più di quello dello Stromboli ma con una parete completamente diversa, ricoperta da un bosco di querce e di felce.
A Stromboli Francesco Rinauro è in contatto con tutte le guide e può organizzare per i propri ospiti salite private al vulcano. L’esperienza è di quelle che rimangono impresse nella memoria: si parte tra le 17.00 e le 18.00 per arrivare al tramonto e riuscire a vedere all’imbrunire sia la costa sottostante sia i lapilli di fuoco che accendono il panorama; la notte si scende al paese indossando torce da testa.
Meno frequente ma altrettanto suggestiva la salita allo Stromboli da Ginostra, piccolo villaggio con meno di 30 abitanti cui si può accedere solo via mare attraverso il porto più piccolo al mondo. In questo luogo incantato non si può rinunciare a un aperitivo a base di capperi, olive e vino bianco nella suggestiva piazzetta di fronte alla chiesetta oppure sulla terrazza a strapiombo sul mare di una casa in località Lazzaro che il comandante mette appositamente a disposizione dei propri ospiti.
Anche a Lipari non mancano le occasioni per fare trekking. Una passeggiata da consigliare è la visita alle cave di pietra pomice a Lipari: è un sito di archeologia industriale dove ammirare gli edifici industriali abbandonati, operativi fino agli Anni 50-60.
LE ISOLE DEL VINO
La Malvasia è stata a lungo alla base dell’economia nelle Eolie, dove veniva coltivata proprio per il terreno e il clima favorevoli: si tratta, infatti, di un’uva che resiste alla siccità e la terra di origine vulcanica le dà un sapore particolare. L’uva veniva fatta maturare anche artificialmente, staccata dalla pianta e stesa su stuoie di canne intrecciate, sulle quali veniva fatta completare la maturazione al sole.
Questo metodo – da cui si ottiene un vino molto dolce e forte, quasi uno sciroppo capace di raggiungere i 26 gradi – viene usato ancora da qualche locale a Stromboli e a Vulcano, mentre a Salina e a Panarea si pratica una produzione “moderna”; tra i produttori più rinomati di Malvasia secca vi sono Fenech, Hauner – entrambi a Salina – e Pedrani, a Panarea.
Francesco Rinauro porta i propri ospiti a conoscere i luoghi dove si produceva la Malvasia “originaria” – che negli Anni 30 per il 90% veniva esportata in Russia –, ma anche le nuove vigne e le nuove cantine, dove è possibile degustare e comprare qualche bottiglia.
Il buon vino fa il paio con il buon cibo, e anche questo alle Eolie non manca. Molti i ristoranti esclusivi che il comandante di Kaskazi Four conosce e può prenotare. Tra i tanti, citiamo La Sirena a Pecorini, nell’isola di Filicudi, dove non si può non assaggiare il piatto forte, la pasta alla mandorla dell’avvocato; Da Alfredo a Lingua (Salina), famosissimo per le granite – con ben 20 gusti diversi – e il pane cunzato; il ristorante L’Osservatorio di Stromboli, dove si arriva a piedi o con un servizio di Ape Car e dove all’ottima cucina si aggiunge una vista suggestiva sul vulcano; il Bridge Club a Panarea, dove il cuoco giapponese serve uno dei migliori sushi e sashimi mai provati.
Ad Alicudi va assolutamente provata l’esperienza di mangiare a casa di Silvio, un pescatore locale che prepara piatti di pesce straordinari nella propria cucina, dalle aragoste alla murena fritta, passando per tonno e pesce spada. A Lipari, invece, si deve assaggiare la cucina semplice e autentica di Attila, un cuoco eremita che vive nella Baia di Valle Muria e a pochi fortunati prepara piatti squisiti a base di pesce che pesca e verdura che coltiva, che si possono consumare a pranzo o anche al tramonto, per poi finire con un falò nella “sua” spiaggia raggiungibile solo dal mare.